CASTEL DEL GIUDICE – Era stato accusato di aver raggirato lo zio e di avergli ripulito conti e beni per oltre 200 mila euro, tra immobili e conti correnti in Italia e Svizzera. Luigi Di Lucente è stato però assolto dal Tribunale di Sulmona perché il fatto non sussiste e perché lo zio, allora 70enne, è deceduto ed era nel pieno delle sue facoltà mentali quando decise di di dare al nipote una procura speciale per amministrare i suoi beni e soprattutto per toglierli dalle mani di sua moglie, una romena di oltre venti anni più giovane di lui, sua ex badante, che anni addietro fu accusata dalla Polizia di aver assoldato un sicario per ucciderlo per interessi economici.
La vicenda aveva fatto clamore nel piccolo centro alto molisano dove la vicenda si era consumata e che aveva avuto un passaggio decisivo, quando Di Lucente, da tutti conosciuto e stimato come persona per bene, onesto lavoratore, sia in paese che nel circondario, si recò in ospedale dove era ricoverato lo zio per fargli firmare una procura. Fu proprio la rumena, quella indagata come mandante del sicario del marito qualche anno prima, ad accusare il nipote di una sorta di azione malefica, artatamente pianificata e truffaldina, un’azione che il Tribunale invece ha giudicato, in modo diverso e sicuramente giusto.
P. M. / D. R.