ATELETA – Erano stati insieme alla Caserma “Daldin” di Tolmezzo nel 1976, e si sono rincontrati il 25 Aprile scorso a Roccascalegna (CH), in occasione della cerimonia in ricordo della liberazione d’Italia, organizzata dal locale Gruppo Alpini e dall’Amministrazione Comunale. È la singolare e commovente storia che vede come protagonisti l’Alpino Donatelli Elio di Ateleta e l’Alpino Cianci Alberto di Roccascalegna (CH).
Di tempo ne è passato, gli uomini cambiano, qualche capello bianco o qualche capello in meno, ma lo sguardo, il sorriso, l’orgoglio, i sentimenti e l’espressione sotto il cappello alpino con tanto di numero dello scaglione e lo stemma del reparto di appartenenza rimangono sempre gli stessi ben riconoscibili anche con il passare degli anni. Ed è così, grazie a quello sguardo, che Elio e Alberto si riconoscono e si stringono in un abbraccio profondo e fraterno, che nel suo silenzio racchiude molti ricordi belli e brutti di un tempo passato, la giovinezza, il sacrificio, la sofferenza tipica di un epoca dove mancava il benessere e ci si allontanava da casa per la prima volta, ma anche un’epoca ricca di tanti valori, di un volersi bene ed aiutarsi in modo sincero e diverso.
“Era il 1976”, ricordano Alberto e Elio, “eravamo giovani, lontani da casa, i soldi erano pochi, ci sentivamo uniti e ci volevamo bene perché abruzzesi, c’era tempo per scherzare, ridere, con noi anche l’ateletese Italo Donatelli e tanti altri. Poi quella tragica notte del 9 maggio, la terra trema, il Friuli è in ginocchio, 1300 morti e tantissimi feriti, all’epoca non c’erano i telefonini e le nostre famiglie non avevano la possibilità di avere nostre notizie. A seguire la fase della ricostruzione della caserma rasa al suolo, l’aiuto alle popolazioni terremotate, la forza e la dignità di un popolo come quello del Friuli che ci ha formati nel carattere e ci ha aiutato molto nella vita. Molti amici Friulani li abbiamo incontrati nuovamente in occasione del terremoto dell’Aquila, attivi a dare una grande mano, e molti abruzzesi in occasione dei raduni”.
Le strade dei due alpini si dividono, Elio in Germania e Alberto in Italia, lavoro e sacrifici, vicende di vita quotidiana, ma nel cuore e nella mente i ricordi gli affetti, i valori, e soprattutto la fierezza di essere Alpini e di essere Italiani.