PESCARA – Un clima di grande dolore e commozione quello che si respira in queste ore in tutto l’Alto Sangro a seguito della tragedia che si è consumata sul Monte Pratello, nella quale hanno perso la vita Lanfranco Castiglione di 25 anni, e Fabrizio Di Giansante di 36. Giovani ed espertissimi alpinisti travolti da una valanga il 16 gennaio scorso. Nei volti dei soccorritori che hanno lavorato incessantemente, alcuni dei quali provenienti da Penne, e della gente della piccola comunità altosangrina, nota per la sua ospitalità e il suo grande cuore, a volte mal camuffato da un apparente superficialità, il dolore e la sofferenza, “lacrime vere”, e la poca voglia di parlare e commentare quanto accaduto.
Due giovani vite spezzate quella di Lanfranco e Fabrizio, ragazzi sani e per bene, attratti dalla montagna. Giovani vite accomunate da profonda amicizia, dalle numerose scalate, unite anche nel tragico destino e nell’ultima scalata verso il cielo, la vetta più alta che si possa mai raggiungere.
Fabrizio, originario di Penne, lascia la moglie Francesca e un bimbo di pochi mesi. Artigiano di professione e grande esperto della montagna, tecnico del Soccorso Civile del Centro Nazionale Soccorso Alpino Speleologico di Penne, in passato era rimasto coivolto in un altro brutto incidente in montagna, al quale era scampato miracolosamente. Oltre ai numerosi interventi di soccorso in montagna, aveva partecipato a spedizioni alpinistiche internazionali. I monti, la sua passione, la sua vita.
Lanfranco, il più giovane, originario di Montenello di Bertona, viveva a Pescara con i suoi genitori, Nicola e Valentina Salvatore, e le due sorelle Giuliana e Claudia. Un ragazzo fantastico, estroverso, creativo e allegro, con una sana e grande voglia di libertà. L’anno scorso era stato a Sidney in Australia per una nuova esperienza lavorativa. I giovani scalavano le montagne anche in condizioni atmosferiche avverse, tipico di chi nutre questa profonda passione e vive di forti emozioni.
I loro corpi sono giunti a Pescara, dove sono stati messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e sottoposti ad ispezione autoptica. Una decisione singolare, che racchiude un nobile gesto, da parte della Procura della Repubblica di Sulmona vicinissima alle famiglie, che ha voluto facilitare l’iter giudiziario che, come prassi vuole, segue a tali spiacevoli eventi. Ulteriori accertamenti, ad opera del Posto di Polizia “Aremogna – Monte Pratello”, in collaborazione con Guardia di Finanza, Carabinieri e Corpo Forestale delle Stato.
Gli esperti rinnovano l’invito a non “sfidare la montagna”, non isolarsi, non uscire fuori dalle piste e dai tracciati, ad abbandonare la montagna e le piste prima che inizi a fare buio, insomma adottare tutte quelle cautele per evitare incidenti. “La montagna, magica, spettacolare, unica, spesso è piena di insidie… Quasi sempre, tanto più bello e spettacolare è il paesaggio, e forti le emozioni, tanto più il pericolo è vicino”.
Pierluigi Monaco