CASTELNUOVO A VOLTURNO – Torna domani, a partire dalle 18.15, l’annuale appuntamento con il rito de “Gl’Cierv”, l’Uomo Cervo. Rito che trascina gli innumerevoli spettatori in una magia unica causata dal fascino della scenografia, dallo stupendo adattamento delle musiche, dalla ferocia dei personaggi. Un rito che si rinnova ogni anno, l’ultima domenica di Carnevale, grazie al lavoro dell’Associazione “Il Cervo”, con sede a Castelnuovo, e al quale rinunciare potrebbe voler dire di aver saltato un appuntamento cardine dell’anno altosangrino / altomolisano.
I personaggi fanno ormai parte della tradizione molisana: dal Cervo a Martino, dalla Cerva al Cacciatore. Non mancheranno come ogni anno le zampogne, la popolana, il Maone e le Ianare. Due i significati del rito:
– La parafrasi del significato primordiale del carnevale, l’antichissimo mito dionisiaco, nel quale il passaggio delle stagioni viene simboleggiato in maniera cruenta, dove, per la rinascita della natura, risulta indispensabile una morte sacrificale.
– La figurazione di tutto quello che da sempre sconvolge l’animo umano: le radicate paure per l’irragionevole, l’incomprensibile, la violenza selvaggia della natura che sovrasta e, a volte, travolge.
La giornata inizierà però già alle 10 del mattino, con il convegno dal titolo “Il tempo infinito – Il percorso di Dioniso tra Slovenia, Molise e Sardegna”. Alle 16.30 vi sarà la presentazione di alcune maschere zoomorfe: i Kurent della Slovenia, i Mamutzones de Samugheo, dalla Sardegna, e le maschere di Tricarico in Basilicata.