ATELETA – Finirà in Tribunale a giugno la “piccante”, singolare e torbida vicenda di intrigo sessuale che vede come protagoniste due cognate residenti ad Ateleta e un 55enne napoletano, che dovrà difendersi da pesantissime accuse, e con il quale le due donne avevano avuto incontri sessuali a pagamento in un hotel di Caianiello.
La vicenda inizia nel 2010, quando un’amica in comune delle due cognate di Ateleta, consiglia a ognuna di loro il numero di Sergio D’Alessio, napoletano conosciuto in chat, con il quale aveva avuto contatti. Le due cognate, all’insaputa l’una dell’altra, hanno contattato l’uomo instaurandoci una relazione e ricorrendo alle sue prestazioni sessuali, pagando cifre di 100-150 euro a prestazione per un totale di circa 7000 euro.
Entusiaste delle nuove e forti emozioni vissute le cognate, come spesso accade tra amiche ma difficilmente tra cognate, specie se una è moglie del fratello dell’altra, hanno parlato delle loro avventure, intuendo da alcuni particolari (e non pensate subito a male) che l’uomo che incontravano pagando era lo stesso “Sergio”. Le due donne, una di 45 e l’altra di circa 50 anni, colpite nell’orgoglio ma soprattutto nel portafogli, si sono recate dai Carabinieri denunciando l’uomo, rinviato a giudizio dal GUP del Tribunale di Sulmona Dott. Massimo Marasca, per i reati di estorsione, induzione alla prostituzione, ingiurie, minacce, stalking e violenza sessuale.
Secondo la dettagliata denuncia delle due presunte vittime l’uomo avrebbe minacciato con insistenza le due donne, chiedendogli del denaro onde evitare la divulgazione di filmati e fotografie pornografiche che le ritraevano. L’uomo è indagato anche per aver chiesto a una delle due “clienti” di iscriversi a una “hot – line”, dividendo con lui l’incasso dei servizi offerti, tartassando per mesi le due donne affinché pagassero, e arrivando anche a costringere una di queste ad avere rapporti sessuali.
Particolare quest’ultimo smentito dal difensore dell’uomo Avvocato Aldo Di Ianni, che precisa che tre giorni dopo la presunta violenza la donna avrebbe versato 100 Euro al suo assistito, come “compenso” dell’incontro amoroso. Tutto quanto scritto e narrato in merito a questa torbida vicenda dovrà essere chiarito davanti ai Giudici del Tribunale di Sulmona e a prescindere di quale sarà la verità processuale, farà molto “parlare” nel comprensorio e non solo.
A comparire in qualità di testimoni chiamati a deporre, anche alcuni uomini dell’Alto Sangro che, con una delle vittime difese dagli Avvocati Andrea Liberatore e Gaetano Biasella, avrebbero consumato sesso dietro compenso. Simpatica la battuta di un anziano del posto: “Mah I munn s’nà it cap-cul!!”
Art. di Red.