CASTEL DI SANGRO – Sequestrati a Colleferro, Segni e Gavignano, nei pressi di Roma, circa 100 tra cavalli, pony, muli e asini che vivevano in pessime condizioni igienico-sanitarie e in grave stato di denutrizione nei terreni di un allevatore laziale. Ventuno di questi magnifici esemplari, la maggior parte dei quali privi di microchip identificativo del quale sono poi stati forniti, sono stati ospitati presso l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Castel di Sangro.
Gli animali erano stati temporaneamente ricoverati in un’azienda zootecnica in provincia di Frosinone, per poi essere prelevati dal personale degli Uffici Territoriali per la Biodiversità di Castel di Sangro, Follonica, Siena e Pieve Santo Stefano, con l’aiuto del Comando Provinciale di Roma e Frosinone. Per il trasporto i mezzi della Forestale sono stati adattati alle condizioni di vita allo stato brado degli animali, al fine di limitarne il trauma.
«Gli animali – spiega la Forestale in un articolo del Corriere della Sera – seguiranno un percorso di riabilitazione psicofisica e poi sarà possibile addestrarli secondo i metodi della doma dolce. In futuro saranno impiegati in progetti educativi o a carattere sociale come l’ippoterapia».
Antonio Nardi Dei da Filicaja, presidente di Italian Horse Protection, l’associazione che insieme a “Il Rifugio degli Asinelli”, all’ENPA e alla britannica The Donkey ha messo a disposizione volontari e veterinari per fronteggiare l’emergenza, ringrazia il Corpo Forestale dello Stato per il generoso impegno in una situazione difficilissima, grazie al quale è stato possibile donare una nuova e dignitosa vita a questi animali provati da abbandono e maltrattamenti.