ROMA – Non si fermano le indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma diretti dal Colonnello Lorenzo Sabatino, che a seguito di delicate scoperte hanno messo la parola fine ad uno scabroso giro di prostituzione minorile e hanno tratto in arresto cinque persone, tra le quali il 34enne N.P., originario di Scanno, Caporal Maggiore dell’Esercito.
Su 4 dei 5 arrestati, come si legge nell’ordinanza con la quale il Gip Maddalena Cipriani ha accolto la richiesta di misura cautelare avanzata dal procuratore aggiunto del tribunale di Roma Maria Monteleone e del P.M. Cristiana Macchiusi, grava la pesante accusa di aver fatto prostituire due giovani adolescenti romane, dalle quali prendevano una parte del guadagno. Il quinto arrestato è un cliente che fa il commerciate, a suo carico l’accusa di aver avuto rapporti sessuali con una delle due ragazze, e dopo averli filmati, averla ricattata chiedendole 1.500 Euro.
N. P., arrestato la notte scorsa a Scanno dagli uomini del reparto investigativo capitolino, unitamente a quelli della locale Stazione Carabinieri dipendente il Comando Compagnia di Castel di Sangro diretta dal Capitano Pasquale De Corato, stando a quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, avrebbe assunto un ruolo determinante e di primo piano nella squallida vicenda. Il militare infatti, stando alle intercettazioni, oltre ad aver inserito le immagini delle ragazze di 14 e 15 anni su internet, spacciandole per maggiorenni, si sarebbe preoccupato di trovare i clienti che per un rapporto sessuale con due le baby prostitute pagavano cifre dai 300 euro in su.
I Carabinieri stanno esaminando i contatti telefonici e via internet tenuti dai 5 arrestati, tra cui la madre della 15enne, cercando di risalire all’identità dei clienti, ma anche di capire da dove provenisse la droga che le ragazze acquistavano con i proventi dell’attività di prostituzione. Al vaglio degli inquirenti, il materiale rinvenuto e sequestrato nelle abitazioni degli arrestati, nell’appartamento di Via Parioli 190 dove avvenivano gli incontri a pagamento, ma anche nelle abitazioni di diversi clienti, alcuni dei quali sono già stati iscritti nel registro degli indagati, e come previsto dalla legge recentemente modificata rischiano fino a sei anni di reclusione.
Ai carabinieri e ai magistrati inquirenti, sembra infatti strano e non convince il fatto che i clienti non si fossero accorti che le ragazze con le quali consumavano rapporti sessuali completi erano minorenni. Da chiarire e approfondire sono le interessanti dichiarazioni rese dalla ragazza quindicenne dopo quattro ore di interrogatorio assistito, che potrebbero far cambiare di non poco le ipotesi accusatorie a carico degli arrestati, in particolare della madre, e delineare un nuovo sconvolgente scenario di questa squallida vicenda.
La ragazza 15enne, stando a quanto appreso, oltre ad aver riferito di essere stata trascinata in questo torbido giro dalla sua amichetta 14enne, avrebbe puntato il dito contro sua madre che traeva profitto dal suo giovane corpo mercificato, dichiarando di prostituirsi perché obbligata dalla donna che gestisce un Bar ormai fallito in Via Prenestina a Roma. In buona sostanza, a differenza della 14enne, la 15enne non sarebbe stata del tutto consenziente a prostituirsi, il che cambia di non poco contenuti e ipotesi di accusa della scabrosa vicenda.
Sconvolgente il contenuto di una telefonata intercettata dai Carabinieri, nel corso della quale uno dei “papponi” arrestati, M. I., autista e organizzatore di feste notturne, soddisfatto e felice dice: “Queste me fanno guadagnà 600 euro al giorno”.
Le indagini dei Carabinieri proseguono anche in territorio abruzzese, dove i militari in costante contatto con i colleghi di Roma, stanno indagando sulle frequentazioni e le amicizie del militare arrestato, cercando di capire se possano esserci o meno altre persone coinvolte a vario titolo in questa orribile vicenda.
P.M. / M.D.F.