TORINO – La comunità del cibo dei Pastori dell’Appennino Centrale è in questi giorni a Terra Madre, all’interno del Salone del Gusto, manifestazione internazionale di Slowfood al Lingotto di Torino.
Un appuntamento ormai imperdibile per enogastronomi e consumatori attenti, che guardano al Salone del Gusto dall’Italia e da tutto il mondo. Da qui parte anche “Resistenza Casearia”, per sottolineare l’importanza non solo gastronomica, ma culturale, ambientale e sociale delle attività tradizionali di caseificazione, dalle malghe alpine agli stazzi abruzzesi.
Ed è proprio da qui che i pastori hanno voluto inviare la loro “Lettera aperta” indirizzata agli animali selvatici degli Appenini Centrali. Chiedendo il sostegno di quelli che spesso sono stati visti come i “nemici storici” della pastorizia transumante, ma che trovano in chi vive quotidianamente sulle montagne il loro migliore alleato per la sopravvivenza di un intero ecosistema.
A sorpresa la lettera ha raccolto una sottoscrizione prestigiosa: l’Assessore Regionale all’Agricoltura Febbo, presente al Salone del Gusto con i prodotti abruzzesi, l’ha fatta propria. La speranza è che questo segno di attenzione dell’istituzione regionale si concretizzi in un incontro da fare subito, con allevatori e con le altre istituzioni (Forestale, Provincia, Parchi, Prefettura) per affrontare insieme le questioni di un territorio delicato e complesso, dove i pastori esercitano un ruolo fondamentale di presidio.
Ecco il testo della “Lettera aperta”, indirizzata “ad orsi, lupi, linci, volpi e altri selvatici che ancora sopravvivono sul nostro territorio”
Ci rivolgiamo direttamente a voi, visto che tutte le Autorità che abbiamo contattato nel corso degli anni e ripetutamente negli ultimi mesi e settimane non hanno mai risposto.
Provateci voi, cari amici orsi e lupi, ad andare in Prefettura, alla Forestale, alla Regione: magari a voi danno ascolto. Magari, se glielo fate presente voi, considereranno con maggiore attenzione le proposte che abbiamo fatto per tutelare la vostra esistenza in un ambiente naturale che dipende dalla sopravvivenza e dalla continuità di attività come la pastorizia transumante, che hanno convissuto con voi sul territorio per millenni fornendovi un mezzo di sussistenza nella catena alimentare.
Spiegateglielo voi che alimentarvi artificialmente impedendo alle greggi di pascolare sui terreni dove vi viene lasciata la carne è un sistema che fa diventare il nostro territorio sempre più simile ad uno zoo. Forse a voi daranno retta, visto che alla nostra proposta di sostenere le aziende tradizionali e le greggi sul territorio non hanno mai risposto. Provate a dirglielo voi se vi sono più utili tanta burocrazia e jeep o piuttosto i pastori che da sempre avete imparato a conoscere, rispettandosi reciprocamente, visto che quando abbiamo chiamato di notte per dire che un orso stava aggredendo il nostro stazzo isolato in montagna, con rischio anche per la sicurezza dei pastori, ci hanno risposto “e noi che ci possiamo fare?”.
Raccontate anche al Consigliere Provinciale Fusco, che con sensibilità solleva il problema dell’orso sempre più vicino alle case ed ai paesi, che per tenervi lontani dagli abitati bisogna che sui pascoli e sulle montagne ci sia un elemento fondamentale della vostra catena alimentare. Spiegate all’amico Ezio Pelino che ricorda come da sempre convivete pacificamente con gli uomini che questo è avvenuto nei secoli proprio grazie alla pastorizia. Dite a chi si preoccupa della vostra scomparsa che questo è un ecosistema complesso, non un parco-zoo, e che la vostra tutela non può essere isolata da un contesto che ha consentito che questo ambiente prezioso e questa biodiversità arrivasse intatta fino a noi nei secoli.
Noi abbiamo provato a dirlo anche agli amici dei parchi e delle Oasi, a cui lo ricordiamo ancora nei giorni in cui si svolge “BiodiversaMente”, una manifestazione tutta incentrata sulla biodiversità: una biodiversità animale e vegetale che si è conservata fino a noi grazie alle attività tradizionali e sostenibili di pastorizia, allevamento e agricoltura, ma purtroppo spesso gli amici delle oasi e dei parchi si dimenticano di ricordarlo, e di chiedere che questo ruolo di presidio del territorio sia riconosciuto.
Ditegli voi che non saranno le brochure accattivanti, i cartelli intimidatori, i divieti e le recinzioni, i progetti Life (64 milioni di Euro solo per l’orso negli ultimi anni), a garantire che questo delicato ecosistema possa continuare se non saremo in grado di vederlo nel suo complesso e garantire la sopravvivenza a chi l’ha preservato e continua quotidianamente a svolgere la sua funzione, senza fondi pubblici e con risarcimenti irrisori per i danni.
Provate voi, che ci conoscete bene e sapete che da millenni questi sono i vostri migliori alleati: chi sulle montagne e sui pascoli ci sta davvero, da sempre.
I pastori dell’Appennino Centrale
L’Assessore Regionale all’Agricoltura Mauro Febbo