AGNONE – Un sabato non certo di festa ma di protesta, per il gruppo di minoranza Nuovo Sogno Agnonese.
Al sit-in, organizzato davanti alla Residenza protetta per disabili “Dopo di noi”, presenti il capogruppo Michele Carosella, alcuni consiglieri di minoranza, i membri del comitato civico “Il cittadino c’è…”, il Cappellano Ospedaliero don Francesco Martino, il sindaco di Capracotta, Antonio Monaco, l’ex assessore regionale, Candido Paglione, e un discreto numero di cittadini agnonesi.
Assente, invece, l’altro gruppo di opposizione, “Rinnovare”.
Il motivo della protesta sempre lo stesso: il taglio dei servizi in Altomolise, in particolare quello sanitario, e le promesse fatte e non mantenute. La scelta del luogo è stata ampiamente giustificata dagli organizzatori, in quanto, a detta loro, il centro di accoglienza sarebbe un esempio significativo di un modo di fare politica basato sulle promesse e le chiacchiere, piuttosto che sui fatti concreti.
Ricordiamo che il centro di accoglienza fu inaugurato lo scorso giugno, ma non è ancora in funzione per una serie di motivazioni tecniche e burocratiche. A sottolineare il concetto, un bel cartellone raffigurante il re delle bugie, Pinocchio. Ma un Pinocchio un po’ particolare.
Così ha parlato Michele Carosella alla cittadinanza che accolto l’invito alla manifestazione: “Siamo qui per mantenere accesa la fiaccola della speranza, in una lotta che ci appare già persa, perché non sembra che stia avendo risultati concreti. Una lotta che è iniziata il 21 marzo, quando c’è stato un corteo di protesta, che si è ripetuto l’8 aprile a Campobasso.
Che è continuata con i due Consigli comunali straordinari, richiesti dall’opposizione, ad aprile e giugno, con le riunioni fatte insieme al Direttore generale dell’ASREM, Angelo Percopo, con la fiaccolata del 13 ottobre, voluta dal nostro Vescovo, e che ha avuto ampia risonanza. Oggi continuiamo su questa lunghezza d’onda, e lo faremo ancora. Quello che non è stato capito dai nostri rappresentanti regionali, sia di maggioranza che di minoranza, è che la situazione di Agnone è completamente diversa da quella degli altri nosocomi regionali, perché il nostro paese è in una zona geografica che lo lascia completamente fuori dalla direttrice di sviluppo, dove invece rientrano a pieno Larino e Venafro.
Quello che manca è una politica di sviluppo equilibrata, e una rappresentanza alta, nobile, degna, che si occupi del bene comune. Chi invece ha fatto tantissimo è stata la diocesi di Trivento, nella persona del nostro vescovo mons. Scotti, alleato e interprete fondamentale delle nostre esigenze. E dico esigenze perché non mi riferisco solo alla sanità, ma anche ai trasporti, alle scuole e all’agonia della Comunità Montana. Sembra che l’Altomolise sia finito, ma noi non vogliamo che questo succeda: siamo fiduciosi che dopo il peggio debba arrivare per forza un periodo di rinascita, e noi lo attendiamo per riprenderci in mano il nostro futuro, il nostro avvenire”.
Adele Moauro