ROCCARASO – “E’ una storia che oltre ad aver messo fine ad un mio percorso di vita mi ha indignato”. Parole di Massimo Desiati, ex assessore al Turismo ed all’Ambiente durante ilil governo regionale retto da Giovanni Pace, rese martedì mattina al termine della deposizione davanti al collegio del Tribunale di Sulmona che lo aveva chiamato a rispondere, con altre nove persone, tra funzionari, tecnici, costruttori ed esponenti politici, dei reati ipotizzati relativamente alla gestione dell’Abruzzo Ski World Cup, la manifestazione sportiva a livello internazionale di sci ospitata negli anni scorsi a Roccaraso, inchiesta a seguito della quale venne arrestato (e morì suicida in carcere) il sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini.
Quella di martedì è stata la prima tappa di un processo nel quale il ’castello accusatorio’ della Procura di Sulmona è in parte franato. Il reato ipotizzato per Desiati è quello di concorso in corruzione, mentre già in precedenza era stata archiviata l’ipotesi a suo carico, maggiormente pesante per un pubblico amministratore, di concussione. Tra i rilievi contestati la concessione di nulla osta illegali da parte funzionari della Regione per il rilascio da parte del Comune di Roccaraso di permessi per la realizzazione di un deposito di oli minerali, l’approvazione di delibere senza i necessari elaborati tecnici per l’adeguamento del comprensorio sciistico Roccaraso-Rivisondoli e l’elaborazione di false perizie per abbattere il valore di alcuni terreni comunali a Roccaraso.
Testimoni dell’accusa hanno ritrattato precedenti deposizioni rilasciate in istruttoria e questo segna punti importanti a favore della difesa. Le accuse, anche nei confronti di Desiati, dunque, si sgonfiano. «La mia serenità è minata dall’indignazione – ha commentato non senza nascondere l’amarezza Desiati – derivante dal solo poter ipotizzare simili reati nei confronti della mia persona. La vicenda si trascina da anni ormai e il risalto mediatico che l’inchiesta ebbe allora oggi non ha riscontro con gli ultimi sviluppi. Archiviazioni e ritrattazioni di accuse, evidentemente, non fanno notizia!».