PETTORANO SUL GIZIO – Durante la primavera passata, nell’ambito dei monitoraggi faunistici che la Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio esegue con continuità da anni grazie al supporto del dott. faunista Mauro Fabrizio e del tecnico Antonio Monaco, è stata osservata per la prima volta la Salamandrina dagli occhiali settentrionale, un anfibio elusivo, non molto diffuso e protetto da diverse normative internazionali come la Convenzione di Berna e la Direttiva Habitat.
La Salamandrina, che può raggiungere una lunghezza massima di 10 cm, si presenta bruno-nerastra sul dorso, il ventre ha una tipica colorazione con macchie nere e bianche mentre le parti inferiori delle zampe e della coda sono di colore rosso rubino brillante.
Uno dei caratteri distintivi della specie è la presenza di una macchia più chiara che congiunge le due orbite sulla sommità del capo all’altezza degli occhi che talvolta, per la sua conformazione, può ricordare un paio di occhiali, da qui la denominazione “Salamandrina dagli occhiali”. La sopravvivenza della specie è fortemente condizionata dall’equilibrio ecologico dell’habitat complesso in cui vive: ha bisogno infatti di boschi freschi e umidi in cui trascorre la sua esistenza e di piccoli ruscelli, torrenti, pozze o fontanili dove depone le uova. Pertanto è molto sensibile alla distruzione e alla frammentazione di questi ambienti e all’alterazione dell’ecosistema acquatico.
“L’avvistamento di una specie che fino ad ora non era mai stata osservata – dice l’assessore all’ambiente Stefano D’Amico – lascia sicuramente sorpresi, con un pizzico di orgoglio per chi gestisce e vive questo territorio. Tale notizia, infatti, al di là del piacere e della soddisfazione, è evidentemente il frutto di un approccio corretto alla tutela del territorio e di una particolare attenzione della conservazione della natura e delle sue risorse.
I continui monitoraggi e studi, che hanno guidato azioni e progetti finalizzati alla conservazione degli ecosistemi della Riserva, e le scelte politiche orientate verso una pianificazione sostenibile, hanno dato i propri frutti, arricchendo il patrimonio faunistico della Riserva di una specie tutelata a livello europeo”.
“Dal momento della sua scoperta – dice il Direttore della Riserva Valentina Lucci – all’interno dell’area protetta la specie è stata monitorata durante tutto il periodo primaverile ed estivo al fine di verificarne il successo riproduttivo: si è potuto così documentare la deposizione delle uova, la loro schiusa dopo circa 30 giorni e la crescita delle larve fino alla completa metamorfosi avvenuta nelle ultime due settimane di agosto”.