AGNONE – Sulla vicenda del bambino trasferito nella mattinata di mercoledì all’ospedale di Campobasso, fa chiarezza don Francesco Martino, Cappellano ospedaliero del Caracciolo e membro de “Il Cittadino c’è…”. Le sue dichiarazioni mirano a evidenziare la grande professionalità dei sanitari, che hanno agito correttamente e secondo coscienza: ”Il fatto va un po’ ridimensionato: il piccolo è giunto in ospedale per una visita ambulatoriale, era un po’ disidratato e aveva i piedini freddi, forse a causa dell’influenza.
C’era la necessità di un ricovero ospedaliero, ma non con caratteristiche di urgenza: questo è stato detto alla madre, a cui è stato proposto Isernia, ma la madre ha preferito Campobasso: il dottor Evangelista ha telefonato sia al pronto soccorso di Campobasso, sia alla Pediatria dello stesso Cardarelli, e una volta accertata la disponibilità, lo ha comunicato alla madre che ha accettato di portarlo lì. Secondo i sanitari, non era in pericolo di vita e non ricorrevano i requisiti di urgenza, altrimenti si sarebbe passati attraverso il Punto di Primo Intervento, come già successo in questo mese per altri 2-3 casi.
Ora, si poteva discutere sulla procedura più opportuna da seguire, e comunque sarebbe stato meglio passare attraverso il Punto di Primo intervento, ma se non ricorrevano i caratteri dell’urgenza, anche questa strada ‘semplice’, che in apparenza sembrava essere stata concordata con i familiari, andava bene.
Quello che invece va denunciato è che un posto letto di pediatria poteva essere strategico per la zona, magari allocato presso l’ambulatorio, da attivare solo in caso di urgenza. Inoltre, si sta verificando, per la Pediatria, un’azione vergognosa da parte dell’ASREM centrale: dopo che, con grandissima fatica, si è riuscito a conservare per quest’anno due pediatri per mantenere aperta l’emergenza/urgenza pediatrica, questa adesso preme perché facciano le reperibilità ad Isernia, smantellando il servizio ad Agnone! Ad ogni azione di chi vuol difendere i servizi sanitari in Alto Molise, puntualmente segue un’altra azione ‘amministrativa’ per chiuderli oppure per… confermarli a Venafro!”
Inoltre, il parroco accusa la ASREM della Regione Molise anche di ignorare quanto detto dalla Bozza del Nuovo Piano Sanitario Nazionale 2011-2013, approvato dal Consiglio dei Ministri durante l’ultima seduta. Il riferimento, in particolare, è alle pag. 48-49, dove si parla dei piccoli ospedali e dell’emergenza/urgenza; dalla bozza emerge la necessità di garantire un ridimensionamento graduale, con azioni di potenziamento, che garantisca un’assistenza sanitaria continua, mirata e diffusa su tutto il territorio, in modo da andare incontro alle esigenze della popolazione, alle specificità del territorio e alle risorse della collettività locale.
Sempre nella bozza, in merito all’Emergenza/Urgenza, è espressa la necessità di garantire la continuità tramite la realizzazione o il completamento della rete delle patologie acute ad alta complessità assistenziale, Sindrome Coronarica Acuta, Ictus, Trauma, Urgenze Pediatriche ed Ostetrico-Ginecologiche. Senza trascurare la domanda in emergenza/urgenza pediatrica che necessita di risposte specifiche e adeguate.
La conclusione del Cappellano non può che essere un’amara denuncia dello stato di caos in cui si trova la sanità molisana, senza le benché minime linee guida: “Tutto non garantito, non strutturato, non previsto, non organizzato nella nostra Regione, dove si creano, come per l’Altomolise, situazioni di eccezionale pericolosità e gravità, con soppressioni di ospedali e servizi senza aver attivato tutto quello che la legislazione prevede per mettere in sicurezza la salute della popolazione. Adesso basta!”
Adele Moauro