Agnone – La città si veste a festa per la N’docciata. Il rito, riproposto ancora una volta nel giorno dell’Immacolata (fino a qualche anno fa veniva rievocato solo il24 dicembre), ha origini antichissime ed è considerato da esperti e storici, la più grande rappresentazione natalizia legata al fuoco che si conosca al mondo.
Gonfia il petto la cittadina altomolisana, pronta ad accogliere almeno ventimila visitatori (tra cui trecento camperisti provenienti da tutta Italia), come confermano le prime stime degli organizzatori: lìassociazione Pro loco guidata da Giuseppe Marinelli. L’evento è stato reso possibile grazie alla collaborazione della Regione Molise, Provincia di Isernia, Comune di Agnone, Comunità Montana «Alto Molise», Camera di Commercio e E.P.T. di Isernia e Unioncamere Molise.
Contributo importante anche quello fornito da diversi privati, tra cui vari istituti di credito e aziende del posto. E sono milleduecento le Ndocce, i torcioni di legno alti circa due metri, pronte ad ardere. Ad accompagnarle al grande falò della fratellanza di piazza mercato, settecento portatori che dalle ore 18 trasformeranno il corso principale in un vero e proprio fiume di fuoco. Decine i giornalisti e fotografi di testate e riviste accreditati e tra le tv invitate la Rai, Sky e Mediaset.
A vigilare affinchè non si verifichino incidenti una cinquantina di uomini tra Carabinieri, Polizia, Polstrada e Vigili Urbani che verranno coadiuvati da diversi volontari. Fin qui i numeri. Tornando a quello che è il rito una domanda sorge spontanea. Ma in passato a cosa servivano le Ndocce? Fin dai tempi antichi i Sanniti, popolo che soggiogò Roma, usavano le torce come fonte di luce durante gli spostamenti strategici che avvenivano di notte, la tradizione è stata poi tramandata,ai contadini di epoche più recenti (subito dopo l’800) che le adoperavano per illuminare il cammino che dalle varie contrade li portava in paese la notte del Natale per raggiungere le numerose chiese ed assistere alla Natività. Caratteristico anche l’indumento indossato, ovvero la cappa, simbolo di fierezza e orgoglio degli Osci.
LE CONTRADE Da sempre i veri protagonisti della Ndocciata di Agnone sono i portatori, in rappresentanza delle cinque contrade della città. Il gruppo che rappresenta Agnone Centro è quello denominato «Capammonde e Capabballe » che sta ad indicare la parte alta e quella bassa della cittadina altomolisana; la contrada di Sant’Onofrio è sicuramente fra i gruppi più antichi della Ndocciata essendo stato costituito nel 1932; la contrada «Colle Sente» proviene da un nucleo abitato situato ad oltre 1000 metri di altitudine; «Guastra», anche se appartiene al comprensorio di Capracotta è legata alle tradizioni di Agnone; «San Quirico», infine, ha sullo stendardo di identificazione il Ruscello, il Mulino ed un ramo d’ulivo tutti elementi, questi, presenti nel contado.
Alla Ndocciata non esiste età, il più piccolo portatore che si ricordi aveva due anni mentre il più anziano sfiorava gli ottanta. Ad Agnone è tutto pronto. Che la Ndocciata abbia inizio.