Le disavventure lunedì scorso alla stazione ferroviaria di Carpinone rappresentano la goccia che ha fatto traboccare il vaso se è vero che anche l’assessore regionale ai trasporti del Molise ha minacciato di restituire allo Stato la delega ai trasporti, qualora Trenitalia dovesse perdurare a fornire disservizi che ormai hanno raggiunto standard intollerabili, con ritardi quasi costanti, con l’utilizzo di carrozze ferroviarie assordanti che ricordano tempi del passato.
Un treno, il minuetto costato molto caro ai molisani, resta fermo sui binari per un guasto e occorrono tre ore per rimuoverlo e liberare la linea ferroviaria per consentire il passaggio degli altri treni. E’ vergognoso che nell’era dell’alta velocità, mentre con tre ore Trenitalia congiunge Milano con Roma, nel Molise occorre lo stesso tempo per spostare da un binario ad un altro un treno in panne. Una attesa spasmodica che la dice lunga sulla volontà di garantire servizi degni di tale nome.
Una vergogna, uno schiaffo in faccia ai molisani vittime di un sistema di trasporto pubblico ridotto in condizioni pietose dalla mancanza di investimenti da decenni e decenni, un sistema che condanna la nostra Regione all’isolamento, alla desertificazione, alla fuga verso realtà dove i servizi sono più efficienti e più sicuri.
Oramai si agisce solo in nome del profitto economico, con i conseguenti tagli ai servizi; non va dimenticato che da qualche mese non c’è più collegamento ferroviario da Carpinone verso Castel di Sangro e nonostante le proteste, le interrogazioni e i disagi che sono stati provocati, il taglio si è consolidato nel silenzio e con la rassegnazione di tutti
Ai disservizi ferroviari si accompagna il taglio dei trasporti pubblici su strada con la riduzione dei collegamenti con l’ultima notizia del taglio agli autobus che dall’alto Molise vanno verso la capitale, sempre nel nome della economicità del servizio, ed a scapito di una utenza che deve arrangiarsi, a scapito di una popolazione ossequiosa nel rispetto dei doveri, ma privata sempre più consistentemente di alcuni diritti costituzionalmente riconosciuti.
La nostra provincia muore, muore lentamente, nell’indifferenza di coloro che continuano ad affermare che in fin dei conti va tutto bene, che c’è poco da lamentarsi, e se qualcosa non va, se dobbiamo assistere ai tagli quotidiani, è solo colpa della crisi; una crisi che per noi perdura da tempi immemorabili, almeno da un decennio.
L’Italia dei Valori dice basta ai tagli, basta ai disservizi e denuncia con forza questo stato di pericolosità che sta minando la nostra sopravvivenza.
L’Italia dei Valori ritiene non più rinviabile la messa a punto di una forte azione a sostegno delle prerogative di una popolazione che ha il diritto di vedersi garantiti servizi essenziali e vitali. Dopo il taglio drastico ai servizi sanitari e alle scuole, non possiamo tollerare nient’altro e non di meno quello che sta accadendo al trasporto pubblico.
Antonio Vincenzo Monaco (*)
(*) Coordinatore Provinciale Italia dei Valori – Isernia