IL LIBRO DELLA SETTIMANA
L’Urlo
La storia appassionante del Castel di Sangro Calcio
Autore: Leopoldo Gasbarro
Editore: Carsa Edizioni
Anno: 2000
Prezzo: € 12,39
Pagine: 192
Formato: 15 x 21 cm
Codice ISBN: 8888585496
Tipologia: Libri sportivi
Sito web: L’Urlo nel sito di Carsa Edizioni
Premessa del libro
Nel momento stesso in cui ho deciso di scrivere un libro che raccontasse la storia degli ultimi diciotto anni di vita del Castel di Sangro calcio, sono stato assalito da un dubbio: quale linea avrei dovuto seguire? Quella cronologica? Snocciolando uno per uno tutti gli episodi di cui la mia memoria aveva immagazzinato immagini ed emozioni? Quella nozionistica? Rifacendomi a tutta una serie di numeri, cifre, date e classifiche?
Poi, riflettendo, cercando di rimaterializzare ricordi e sensazioni, quello che, su tutto, mi tornava in mente, era rappresentato esclusivamente dai volti.
Già. Visi, lineamenti, espressioni di coloro che la storia del Castel di Sangro l’avevano scritta davvero.
E’ in quel momento che ho realizzato: il modo migliore per ricordare quello che era stato, doveva per forza passare attraverso il racconto di coloro che erano stati i fautori di quella storia.
Tutti? Probabilmente no. C’è qualcuno che ha lasciato un segno più marcato di altri. Ho scelto di seguire quel segno. Non me ne vogliano gli altri. Quelle che seguiranno non sono citazioni di merito. Si tratta soltanto di piccole vicende, singoli capitoli di una storia più grande.
E’ il mio personalissimo diario, quello sul quale ho finito per appuntare gli eventi che maggiormente hanno segnato la mia storia di giornalista e di tifoso.
Ci sarà, e questo non poteva non essere, una sorta di “consecutio temporum”, una guida logica e cronologica degli avvenimenti, anche se, in alcuni momenti, mi sarebbe davvero piaciuto poter essere libero di saltare di palo in frasca, da uno stadio all’altro, da un campionato a uno diametralmente opposto. Tant’è vero che la stesura di questa mia raccolta di immagini, di impressioni, soprattutto di ricordi, è stata realizzata proprio rincorrendo le sensazioni, non le date. Poi i tasselli sono stati sistemati, uno per uno sono andati al loro posto, quello più logico.
Si. Ho pensato anche a chi, a differenza di me, certe vicende non le aveva vissute direttamente. Costui avrebbe potuto perdere il filo del discorso, e forse anche il crescendo di sensazioni non sarebbe stato lo stesso. Avevo come unico obiettivo quello di raccontare una storia. E’ questo che ho cercato di realizzare. Il tutto filtrando numeri, annuari e classifiche attraverso le gioie immense, le paure, i drammi, i ricordi e le emozioni dei protagonisti, e forse anche le mie. Spero di essere riuscito nell’impresa. Un’impresa difficile che parte dal racconto di una notte, una notte di festa, la prima di una lunga serie di notti di festa.
In chiusura di questa breve premessa due parole sul perché del titolo principale di questo libro, di questo diario: “L’URLO”.
Chi frequenta gli stati probabilmente avrà già capito. L’urlo del tifoso rappresenta la gioia per un momento esaltante, la rabbia per quello deludente.
C’è comunque un “Urlo” nella vita calcistica di ognuno di noi.
C’è perfino l’Urlo strozzato, quello che per una ragione o per un’altra è rimasto confinato nel profondo delle nostre corde vocali.
Ho pensato a questo titolo guardando in dettaglio i volti della foto che ho scelto per la copertina di questo libro. In tanti si ritroveranno, si riscopriranno e si riconosceranno in questa foto. Mille immagini singole straordinarie che fanno un tutt’uno ancor più incredibile. In tutte quelle espressioni un unico denominatore comune: l’Urlo.
Leopoldo Gasbarro
Riassunto Primo Capitolo, “Da ieri a oggi”
Quello che segue è un riassunto liberamente tratto dal primo capitolo del libro “L’Urlo” di Leopoldo Gasbarro (Carsa Edizioni). Il capitolo procede in una rapida panoramica dei maggiori avvenimenti della storia del Castel di Sangro Calcio fino al 2000, anno di pubblicazione dell’opera.
Il primo contatto tra la città sangrina e il calcio si ebbe subito dopo le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, grazie al parroco Don Arbete. Il Castel di Sangro Calcio nasce però ufficialmente nel 1953 e solo 30 anni dopo, nel 1983, iniziò la storia che si concluse con la promozione in Serie B nel 1996. Gli anni successivi sono stati solo un continuo di delusioni, per arrivare all’attuale campionato di Serie Promozione.
L’ascesa verso la Serie B
Nel 1983, il Castel di Sangro era chiamato Polisportiva CEP (CEP sta per Centro di Educazione Popolare). La squadra era in seconda categoria. Lo stadio – stadio si fa per dire – non era dotato di tribune. Si stava dietro la rete che delimitava il terreno di gioco e si assisteva alla partita.
In quell’anno un gruppo di imprenditori, l’allora sindaco sangrino Siro Pietro Gargano, Gabriele Gravina e il “patron” Rezza, decide di investire nel fenomeno calcio, e di farlo proprio nella cittadina sangrina.
Il primo anno della nuova gestione il Castello viene promosso dalla 2ª alla 1ª categoria (stagione 1982 – 83). L’allenatore nel primo anno di 1ª categoria è Giuseppe D’Elia, ma la squadra finisce al secondo posto, ed è costretta a rimandare la promozione in “Promozione”. Che arriva puntualmente l’anno successivo, con Niccolò Stella alla guida della squadra.
La stagione successiva (1985 – 86), subito una nuova promozione, questa volta in “Interregionale”, con Guido Colangelo e Bruno Pinna ad allenare la formazione. Intanto tutti i giocatori della vecchia rosa sono stati sostituiti da ragazzi non castellani, con poche eccezioni.
Il Castello stette tre stagioni in Interregionale, per poi essere promosso in C2, sotto la guida di Pietro Fontana. La gara decisiva fu l’ultima di campionato, vinta contro la Vastese (1ª in classifica) con un gol al 92° minuto. Il Castel di Sangro, che fino a quel momento era 2° ad un punto di differenza, vincendo finì primo e guadagnò la Serie C. Quello fu anche l’anno di arrivo per un giocatore che sarà molto importante per il Castel di Sangro: Paolo Michelini.
1989
Siamo nel 1989, l’anno della fondazione delle basi per tutti i futuri successi. Ora il Castello ha anche un direttore generale, Leandro Leonardi. Arrivano anche altri giocatori importanti, tra cui spicca Davide Cei. La prima stagione in C2 non riserva emozioni particolari.
Nella stagione successiva (1990 – 91), arriva sulla panchina del Castel di Sangro Renzo Rossi, affiancato da Pietro Capoccioni che aveva il compito di prestanome, perché Rossi non aveva ancora il patentino per allenare in Serie C. Il campionato finisce molto male per i sangrini, che riescono a guadagnare la salvezza in C2 solo grazie agli spareggi di fine campionato. Dopo questo scampato pericolo, Gravina si lascia scappare un: «In futuro non soffriremo più così. Vogliamo la C1 non l’Interregionale».
Gabriele Gravina diventa presidente, Glauco Balzano amministratore delegato. L’allenatore diventa Luigi Boccolini. Arrivano ancora altri giocatori. Ma un’altra stagione si conclude senza emozioni particolari.
La stagione successiva arrivarono moltissimi giocatori che risulteranno decisivi. Sono Tonino Martino, Pietro Fusco, Antonello Altamura e Claudio Bonomi. In aggiunta a Cei e Michelini, la storia è scritta per sei undicesimi. Ad allenare la formazione rimane ancora Luigi Boccolini. La squadra corre, è nella parte altissima della classifica, ma ad un certo punto del campionato, un’accusa di illecito sportivo da al Castello due punti di penalizzazione, che impediscono di passare.
L’anno dopo era previsto l’arrivo di Osvaldo Jaconi, ma il tecnico lariano preferisce andare a Catania. Così in riva al Sangro giunge PierLuigi Busatta. Ma dopo solo tre mesi, il Catania viene esonerato dal campionato per problemi di bilancio, e Jaconi è libero. Viene a Castel di Sangro a sostituire Busatta, e riporta tutto nel verso giusto. Arrivano anche il portiere Roberto De Juliis e Gianluca Colonello. Il girone di ritorno così è un successo, il Castello fa più punti di tutte le altre squadre, ma questi, sommati ai pochi raccimulati nella prima metà di campionato, lasciano al Castel di Sangro solo il settimo posto in classifica.
Siamo al 1994.
Il Castel di Sangro parte alla grande nel campionato 1994 – 95. Poi arriva la “zona Jaconi”, un periodo buoi durato un paio di mesi. Ma la dirigenza continua a dar fiducia al tecnico, anche se ormai la C1 sembrava solo un sogno lontano. Ma la pausa natalizia permise all’intera squadra di ricaricare le batterie, e il girone di ritorno fu pieno di risultati utili che fecero arrivare il Castello a concludere il campionato nella zona play-off. Ci fu una doppia sfida contro il Livorno, vinta dal Castel di Sangro che così potè disputare la finale contro il Fano. Una vittoria ai rigori contro il Fano, e il Castel di Sangro era in C1.
Jaconi rigenera la squadra, anche giocatori già destinati a partire per altri lidi. Pietro Fusco dall’attacco viene spostato prima a centro campo, poi addirittura in difesa, divenendo uno dei punti forti della formazione. Si voleva evitare la retrocessione dalla C1.
Arrivano nuovi giocatori: Roberto Alberti, Giacomo Galli, Salvatore D’Angelo e Pietro Spinosa. Il Castello corre, rimanendo sempre nella parte alta della classifica. Solo il Lecce è più in alto, ma diventa irraggiungibile. Per il secondo anno consecutivo il Castel di Sangro è chiamato a disputare i play-off, e per il secondo anno consecutivo li vince, questa volta contro il Gualdo e l’Ascoli. Ancora una volta, il Castello passa grazie ai rigori, dopo una partita finita senza reti.
Il Castel di Sangro è in Serie B!
Arrivano Massimo Lotti, Luca D’Angelo, Guido Di Fabio, Danilo Di Vincenzo, Fabio Rimedio, Andrea Pistella, Mimmo Cristiano e Pippo Biondi.
Lo stadio “Patini” ora non era più adatto a ospitare il Castel di Sangro, serviva uno stadio migliore, capace di contenere le migliaia di persone che avrebbero seguito il Castello. Così lo stadio viene completamente ricostruito. I lavori avvengono a tempo di record: poco meno di quattro mesi. Ora può ospitare circa 10 000 persone, e la squadra non è più costretta a emigrare all’Angelini di Chieti per disputare le partite interne.
L’inaugurazione dello stadio, nel dicembre del 1996, non avviene in un giorno molto felice. Quattro giorni prima, in un incidente stradale, sono morti due giocatori del Castello, Danilo Di Vincenzo e Pippo Biondi.
Il campionato non sta andando per nulla bene. Servono nuovi giocatori. Sembra pronto Marco Ferrante, ma il giocatore segna proprio al Castel di Sangro il gol che lo rilancia fino ai vertiginosi successi degli ultimi campionati, tutti in maglia granata. Così arriva in riva al Sangro un giovane calciatore di appena 18 anni, in pratica alla sua prima esperienza tra i professionisti. Si tratta di Gionatha Spinesi. Leonardi e Jaconi credono molto in lui, che esplode e segna gol importanti, che contribuiranno alla salvezza del Castel di Sangro.
Quell’anno Gigi Prete viene arrestato, viene aperta un’inchiesta nei confronti di Gabriele Gravina, e così il Castel di Sangro torna nuovamente nei caos e nello sconforto.
In marzo del 1997 Prete viene scarcerato e Gravina prosciolto. La squadra si riprende. Ci sono molte vittorie, e la partita decisiva contro il Pescara viene contrassegnata da un gran tiro di Bonomi che segna il gol della vittoria castellana. Il Castello così rimane in Serie B.
Però da questo momento molte cose cominciano a cambiare. Si passa da un dilettantismo professionale ad uno sfrenato professionismo. L’allenatore Osvaldo Jaconi rimane, ma sono mandati via De Juliis, Altamura, Cei, Prete, Bonomi, Di Fabio, Martino, Michelini e Pistella. Galli è fuori per un infortunio.
La tifoseria è in rivolta. Si cerca di far cambiare idea ai dirigenti, ma non c’è niente da fare. Così gli affetti non sono più gli stessi.
Il campionato seguente segna la prima retrocessione del Castel di Sangro dal 1983. E’ un anno pieno di contestazioni. La fortuna dei tempi migliori non c’è più. Il risultato viene a mancare sempre per il classico “soffio”. A fine campionato, Jaconi e la società decidono per il ritiro consensuale del contratto. Selvaggi, il sostituto di Jaconi, non può nulla.
Il Castel di Sangro torna in C1.
Il primo anno in C1 sembra che il Castello voglia resuscitare, voglia tornare subito in Serie B. Infatti è sempre ai primi posti. Si disputano delle partite di Coppa Italia. Il Castello batte il Perugia, stessa sorte tocca alla Salernitana. Ora arriva l’Inter. L’andata, al Meazza, si conclude con una vittoria di misura per l’Inter. Il ritorno, a Castel di Sangro, si apre tra le speranza dei sangrini: gol di Bernardi. Ma l’arbitro Tombolini assegna un rigore all’Inter, che lo segna e, pareggiando, passa il turno. Ma l’entusiasmo per la Coppa Italia fa perdere al Castel di Sangro il ritmo nelle partite di campionato, finendo in sesta posizione.