AGNONE – Missione compiuta. Il punto nascita dell’ospedale «San Francesco Caracciolo» è salvo. Infatti è di questi giorni la notizia del rinnovo della convenzione ad un pediatra che opera all’interno della struttura sanitaria altomolisana. Una proroga di un anno che garantirà un servizio indispensabile per l’intero territorio.
Dunque, l’allarme che vedeva l’accordo in scadenza tra azienda sanitaria locale e il professionista, è rientrato. Lo si apprende da fonti sindacali che al contempo hanno espresso viva soddisfazione per il nuovo accordo raggiunto. Così ad oggi saranno ancora tre (due di ruolo, ndr) i pediatri ad agire all’interno del punto nascita dell’ospedale di frontiera molisano. Sotto questo numero il reparto non avrebbe avuto più motivo di esistere. Un risultato importantissimo che premia il lavoro messo in campo dal manager Tonino Sciulli da subito adoperatosi affinchè il nuovo problema potesse risolversi in tempi brevi, soprattutto per non far correre rischi inutili alle numerose partorienti.
A quanto fatto da Sciulli bisogna sicuramente rimarcare l’opera di interlocutore con la Regione Molise messa in atto dall’assessore Giorgio Marinelli sempre molto sensibile alle problematiche del nosocomio agnonese, vero fiore all’occhiello per la cittadina. Insomma al «Caracciolo» si continuerà a nascere anche nel 2010.
Regalo migliore per il nuovo anno non poteva davvero arrivare. Il tutto mentre sono stati resi ufficiali i numeri dei nati presso la struttura. Sfiorata la soglia dei 180 (trenta quelli di Agnone, ndr) nel 2009, che conferma il trend di nascita dell’anno precedente (2008). Ma il dato che fa certamente riflettere è relativo alle gestanti, non residentimnei comuni appartenenti alla Comunità Montana «Alto Molise», che ancora una volta, per mettere al mondo i propri bebè, hanno scelto per professionalità e grande senso di umanità la piccola clinica svizzera del Molise altissimo. E allora ecco che la percentuale risulta essere elevatissima. Infatti è pari al circa il 75 per cento.
Per lo più mamme provenienti dal vicino Abruzzo con in testa territori come l’alto Sangro e la Val di Sangro e questo per via della concomitante chiusura dei punti nascita di Castel di Sangro (Aq) e Atessa (Ch). Ma si annoverano anche numerosi arrivi da centri del medio Trigno, alto Vastese e dal Venafrano. In definitiva il punto nascita del «San Francesco Caracciolo», nonostante non potrà mai garantire (vista una bassa densità di popolazione) i numeri previsti dalla legge nazionale che vuole almeno 500 nascite all’anno, resta un polo di attrazione, nonchè un punto di riferimento per un territorio che reclama dignità e principalmente buona sanità. Quello che ad Agnone medici e operatori cercano di offrire quotidianamente.