– Sono iniziate le manifestazioni ufficiali con le quali si vuole celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, ma a mio avviso non è sufficiente ricordare quanti sforzi e quanti sacrifici sono stati fatti per raggiungere quel risultato, occorre, invece, soffermarsi anche su cosa è oggi il nostro Paese e se sono stati rispettati gli ideali che animarono i nostri valorosi antenati. CAROVILLI
In Molise abbiamo la possibilità di ricordare un grande personaggio di quel periodo: Leopoldo Pilla. Nato a Venafro il 20 ottobre 1805, professore nella Università di Pisa, celebre geologo e naturalista, nel 1848, saputo che era scoppiata la prima guerra di indipendenza, si arruolò insieme ai suoi allievi per formare un intero battaglione di studenti toscani. Questi valorosi giovani, con i professori in testa, avevano abbandonato gli studi, per dare il loro contributo volontario e disinteressato alla lotta contro gli austriaci che le truppe di Carlo Alberto combattevano in Lombardia. Si racconta che nel portare un attacco ad un ponte, presso Curtatone, Leopoldo Pilla si mise alla testa dei suoi giovani per offrire un’evidente dimostrazione di coraggio, ma un colpo di cannone lo raggiunse in pieno petto e quella fu la sua ultima lezione. Riferiscono gli storici che mentre moriva disse: “Non ho fatto abbastanza per l’Italia”.
Ecco, su questo noi abbiamo l’obbligo di ragionare, proprio quest’anno al momento delle tanto decantate celebrazioni.
C’è qualcuno oggi nel nostro Paese che “fa abbastanza per l’Italia?”. Se togliamo i militari impegnati in pericolose missioni all’estero, che sono gli eroi dei nostri tempi, tutti gli altri sono fortemente impegnati a realizzare progetti egoistici che non tengono in nessun conto gli interessi nazionali. Le nostre cronache giornaliere sono piene di comportamenti illegali a cui nessuno più riesce a mettere un freno, tanto che alcuni di quei comportamenti una volta decisamente condannati ora sono entrati nella normalità e al massimo considerati “birichinate” o addirittura ammirati come “furbate”. L’unico impegno “morale” oggi è quello di cercare di arricchirsi se possibile senza danneggiare gli altri, ma se questo non è possibile allora si accetta anche di andare contro gli interessi della collettività. Qualcuno arriva a dire che è stata fatta l’Italia, ma non sono stati educati gli italiani.
Oltre a questo va osservato che mentre Leopoldo Pilla aveva in progetto di consegnare l’Italia unita al regno dei Savoia, oggi il Paese è democratico, appartiene a noi, quindi tanto più dovremmo curarlo con attenzione particolare, invece si usano tutti i mezzi per ottenere privilegi e vantaggi senza occuparsi dell’utilità generale. Siamo noi a scegliere la nostra classe di governo nazionale e locale, poi assistiamo a spese dissennate, a clientelismo e familismo sfacciato, a casi sempre più frequenti di corruzione, a nascita di partitini personali per sfruttare il finanziamento pubblico, ad arricchimenti non giustificati da un impegno straordinario, a costi della politica esorbitanti, insomma ad una serie di comportamenti che si possono tranquillamente definire “antiitaliani”. Proprio molti di questi signori, a cui noi diamo la nostra fiducia, che dovrebbero essere di esempio per tutti, al temine della loro carriera sono sicuro che diranno, parafrasando Leopoldo Pilla: “non ho preso abbastanza dall’Italia”.
Oggi non basta ricordare gli atti eroici di tempi ormai lontanissimi e personaggi dalla statura morale ineguagliabile.
Luciano Scarpitti