CIVITELLA ALFEDENA – Così è stato. Nonostante la diffida trasmessa dal Sindaco Flora Viola al Direttore Provinciale delle Poste dell’Aquila, relativamente alla rimodulazione dell’orario dell’ufficio su tre giorni settimanali, Poste Italiane SpA ha dato corso alla chiusura nei giorni pari, come anticipato nelle settimane scorse.
Il Sindaco ha preso atto della decisione delle Poste presentando un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sulmona per violazione dell’articolo 340 (interruzione di pubblico servizio) e dell’articolo 328 (Omissioni di atto d’ufficio) del Codice Penale.
Per il Sindaco la chiusura su tre giorni settimanali è palesemente in contrasto con la normativa vigente e il contratto di servizio universale sottoscritto tra Poste Italiane e il Ministero dello Sviluppo Economico, in attuazione della direttiva comunitaria. Infatti l’articolo 3 del predetto Contratto di Servizio prevede, in particolare, la fornitura dello stesso servizio in tutti i punti del territorio nazionale, incluse le situazioni di particolare disagio tra le quali le zone montane, secondo criteri di ragionevolezza.
Tra i criteri di ragionevolezza, come evidenziato nelle discussioni parlamentari, è da considerare, oltre agli aspetti prettamente economici soprattutto quelli legati alla natura demografica della popolazione e alla esistenza o meno di un servizio pubblico di trasporto che possa garantire, per i cittadini, gli stessi servizi a parità di condizione.
Il Sindaco contesta, altresì, che l’adozione di questo provvedimento sia avvenuta in palese violazione dei principi di buon andamento e di trasparenza della pubblica amministrazione. Infatti, pur avendo richiesto già in una precedente diffida di essere messo a conoscenza formalmente di eventuali provvedimenti di rimodulazione di orari, nessuna comunicazione è pervenuta al Comune.
Questo in violazione della legge sul procedimento amministrativo, considerato che Poste Italiane SpA, seppure privatizzata, è da annoverarsi funzionalmente come da costante giurisprudenza del Tar e del Consiglio di Stato, come una pubblica amministrazione per la natura del servizio che gestisce.
“La decisione delle Poste è grave non solo per una violazione delle leggi che regolano i rapporti di servizio universale ma anche per il fatto che, nonostante le sollecite richieste del Comune, non si è provveduto a trasmettere alcun provvedimento all’amministrazione. Grave anche per il rispetto alle istituzioni, infatti per giovedì pomeriggio è convocata in prefettura una riunione con all’ordine del giorno questo tema.
C’è una costante violazione del principio di uguaglianza previsto dall’articolo 3 della Costituzione che penalizza, sostanzialmente, i residenti nelle zone interne, soprattutto montante, con una popolazione anziana. Se è intenzione di Poste avere questo atteggiamento sarebbe opportuno che rinunciasse all’obolo dello Stato derivante dal servizio universale e si apra, veramente, alla liberalizzazione integrale del servizio postale.
Fin quando per particolari attività opera da monopolista è bene che i servizi essenziali siano garantiti per tutti i cittadini allo stesso modo”. Il sindaco sottolinea che, oltre all’esposto-denuncia alla Procura, presenterà, anche in assenza di una formale comunicazione, ricorso al Presidente della Repubblica per l’annullamento di un fatto giuridica, avente efficacia esterna, che si qualifica di fatto come atto amministrativo pur non essendo stato ancora trasmesso. Sempre questa mattina ha scritto al Ministero delle Comunicazioni e al Prefetto per verificare il rispetto del contratto di servizio universale, riservandosi ulteriori azioni in merito.
Alcuni cittadini, propongono di ritirare tutti i depositi e di chiudere i conti correnti postali.