CASTEL DI SANGRO – La preoccupazione sulla chiusura del reparto di rianimazione dell’ospedale civile è subito arrivata anche nelle zone limitrofe della provincia d’Isernia.
Un pericolo percepito dal primo sindaco di Rionero Sannitico, Ferdinando Carmosino, un medico che ovviamente non può e non vuole ignorare un problema che interessa anche le comunità molisane attigue alla realtà abruzzese che da sempre si sono appoggiate alla struttura sangrina. “Se si consultano i dati anagrafici della maggior parte dei rioneresi nati dalla fine degli anni 60, afferma ad ecodelsangro il primo cittadino rionerese, si noterà che sono venuti al mondo presso il nosocomio sangrino. E quello del valore affettivo non è l’unico motivo per cui Rionero auspica che l’ospedale non chiuda.
Medici, infermieri e operatori di Rionero, continua Carmosino, prestano regolarmente servizio da tanti anni presso l’ospedale castellano, la cui chiusura significherebbe di sicuro un trasferimento in zone lontane, aggravando il problema dello spopolamento che colpisce i nostri piccoli centri”.
Un’analisi lucida quella del sindaco molisano che del depotenziamento ora e del rischio chiusura dopo, vede “un motivo di tenuta sociale che si aggiunge a quello affettivo”. Insomma, questa chiusura si annuncia come una bomba la cui deflagrazione è micidiale anche per i comuni dell’Alto Molise e dell’Alta Valle del Volturno.