CASTEL DI SANGRO – Giunge in redazione la lettera aperta degli studenti dell’ITCG “Liberatore”, scritta al direttore generale del servizio scolastico della provincia dell’Aquila, nella quale rivendicano il sacrosanto diritto all’autonomia scolastica. Di seguito il testo.
Gentile Direttore,
i recenti avvenimenti (e le ventilate determinazioni) relativi alla forzata riorganizzazione dei servizi scolastici nella nostra Provincia hanno fornito l’occasione a noi tutti, in quanto soggetti coinvolti direttamente, per riflettere sulla situazione attuale e futura della scuola nel nostro territorio.
Da sempre le istituzioni (e non solo quelle scolastiche) ci hanno insegnato quali sono i diritti del cittadino; ci hanno
insegnato che fra quelli più importanti c’è il diritto all’istruzione. Ci hanno ancora ammonito che è doveroso difendere, con tutti i mezzi leciti e dopo essersi documentati, ogni diritto quando lo si ritenga leso; ci hanno ammoniti che ove ciò non avvenga potrebbe configurarsi addirittura un’azione omissiva, un atto di inciviltà insomma.
Ebbene noi oggi desideriamo sostenere, in forma civile e documentata, un diritto che riteniamo gravemente inficiato.
Rivendichiamo perciò la necessità di informare in maniera corretta dei fatti l’opinione pubblica.
Intimiamo alle istituzioni politiche del territorio e degli enti provinciali e regionali di non sottrarsi al loro obbligo istituzionale di difendere le ragioni di una giusta protesta.
Chiediamo a tutti gli operatori del settore scolastico del comprensorio di sostenere, con argomenti e fatti, questa iniziativa.
Sensibilizziamo gli organi di informazione a volere dare il massimo risalto mediatico alle nostre determinazioni, nel mentre dichiariamo fin d’ora che non arretreremo dalle nostre convinte determinazioni fin quando queste non saranno prese nella giusta considerazione, nella speranza di non dovere deflettere ancora una volta (e ancora una volta a scapito di questo territorio negletto per le istituzioni politiche) forzatamente davanti a decisioni e scelte punitive e penalizzanti.
Questa vicenda, sia detto per ammonimento a quanti sono responsabili a tutti i livelli istituzionali della nostra formazione non solo culturale ma soprattutto civile, sarà da noi assunta a riferimento come un vero momento formativo, capace di indirizzare le nostre scelte future in maniera sostanziale, capace di incidere, nella logica della consequenzialità, sulla nostra stessa coscienza individuale.
La convinzione della nostra legittimità è ben fondata, è stata già ampiamente illustrata e dibattuta nei contatti avuti a tutti i livelli con gli organi direzionali di riferimento; cercheremo di riassumerla, nei limiti dello scritto, in questa sede.
Il nostro Istituto costituisce da sempre un riferimento imprescindibile per la formazione culturale e professionale di un territorio vasto che abbraccia tutta l’area della Comunità Montana Alto Sangro e Altipiani delle Cinquemiglia e i territori contigui dell’Alto Chietino e dell’Alto Molise.
Esso si è conquistato nel tempo, attraverso intelligenti ed innovative scelte formative, un credito riconosciuto da studenti, famiglie, istituzioni. E’ soprattutto attraverso queste scelte, sostenute beninteso dall’autonomia, che si è potuto nel tempo operare un evidente apprezzamento dell’offerta didattica.
Ecco quello che noi sosteniamo: l’autonomia come condizione essenziale per la qualità dell’insegnamento.
Il nostro Istituto è una istituzione scolastica “complessa” che è caratterizzata dalla presenza di ambedue i settori (tecnologico ed economico) e da tre indirizzi (Costruzione, ambiente e territorio – Amministrazione, finanza e marketing – Turistico).
Il nostro Istituto è un organismo in crescita sia per le scelte didattiche ma anche per il deciso incremento (dato questo sorprendente in tempi di crisi demografiche) del numero di iscritti. Ne sono la riprova la creazione di due prime classi in più nell’anno scolastico 2010/11, l’istituzione di un nuovo corso ITER e di un corso serale.
Il nostro Istituto è una istituzione didattica moderna, al passo con i tempi, capace di operare formazione nei vari settori richiesti dall’economia contestuale e di integrare l’offerta formativa con progetti moderni e legati al profilo socio-economico del territorio.
Annullare l’autonomia significherà cancellare d’un colpo tutto questo, azzerare questo credito istituzionale e professionale conseguito attraverso il sacrifico e l’impegno di generazioni di docenti e la fiducia di genitori e studenti.
Si consideri poi che il nostro territorio, montano per la quasi totalità, disagiato per la complessità orografica, climatologica e viaria, attraversato da una grave crisi economica, minacciato da spopolamento e disoccupazione, caratterizzato da una situazione geografica di “contiguità” provinciale e regionale, deve godere di tutte le condizioni ammissibili per accedere ad ogni tipo di deroga, in primis quella numerica.
Per tutti questi motivi, con la convinzione di essere nel giusto, con la determinazione che ci viene dal fatto di considerarci bravi studenti e buoni cittadini, per l’obbligo di difendere oltre ogni misura un territorio già troppo mortificato nel “ridimensionamento” dei servizi primari, per non vedersi obbligati a considerarci come sempre degli “emigranti potenziali” rappresentiamo qui le nostre ragioni.
Suonano peraltro offensive, predeterminate e oggettivamente tendenziose le insinuazioni relative ad una ipotetica “strumentalizzazione” di questa protesta da parte del corpo docente e della dirigenza dell’ITCG (strumentalizzazione finalizzata poi a cosa?). Altrettanto sgradevoli (dal momento che offendono la nostra capacità di autodeterminazione) e imbarazzanti (quando provengano dalle stesse istituzioni scolastiche) sono i tentativi di stemperare i contenuti della protesta con affermazioni del tipo “… una Presidenza vale l’altra … per voi studenti cosa cambia?…”.
Affermazioni evidentemente qualunquiste, quando non addirittura finalizzate a sbrigative e grossolane istruttorie di liquidazione e accorpamento che ovviamente è penalizzante per alcuni ma “vantaggioso” o quantomeno tranquillizzante per altri.
Questa è una lettera aperta scritta per sensibilizzare le istituzioni ma soprattutto, per quanto ci riguarda, per sentirci in pace con la nostra coscienza, per essere sicuri di aver assolto fino in fondo il nostro compito di cittadini.
Conosciamo la Costituzione della Repubblica Italiana la quale ci informa sul diritto garantito all’istruzione e alla formazione e soprattutto sull’eguaglianza dei diritti per tutti i cittadini, abbienti e meno, di città o di periferia.
Siamo quantunque consapevoli che vivere la realtà delle periferie è difficile e faticoso. Ma è lì che si deve esercitare con maggior forza ed efficacia la presenza delle istituzioni, è lì che si verifica la credibilità e l’onestà delle scelte dal momento che il tessuto sociale è più debole e frammentato.
E’ questa dunque un’occasione importante (e formativa per noi studenti) per verificare che nel nostro paese le istituzioni sociali e politiche hanno una loro indiscussa credibilità, che sostenere con onestà e convinzione le proprie idee può servire a cambiare in meglio la società in cui vivi, che le norme e i principi non sono solo scritti nei codici ma rappresentano, ove coesista l’onestà delle persone, davvero una indicazione inalienabile di prassi e di diritto.
Con deferenza
Gli studenti dell’ITCG “G. Liberatore”, CASTEL DI SANGRO
RAPPRESENTANTI D’ISTITUTO
Serafino Iallonardi
Martina Graziani
Andrea Di Nenno