BARREA – In merito al nostro articolo, “Barrea, Comune condannato dal Tribunale di Sulmona. Provvedimento illegittimo contro l’ex consigliere Florinda Di Iulio” (visibile cliccando sul link http://www.ecodelsangro.it/?p=8499), interviene il sindaco Andrea Scarnecchia.
“Ritengo siano opportune alcune precisazioni sull’impostazione dell’ articolo che ricalca la posizione difensiva della Di Iulio nel procedimento teso a giustificare un comportamento quanto meno anomalo, ovvero quello di procedere alla realizzazione di un’opera su un terreno comunale, presentando l’istanza, ma senza attendere la necessaria autorizzazione”.
La vicenda secondo il primo cittadino “per come è stata descritta sembra un “fumus persecutionis”, verso l’ex consigliere Di Iulio nella sua veste di consigliere comunale di minoranza. Ma non è così. La sentenza – continua Scarnecchia – così come formulata potrebbe rappresentare un precedente quanto meno discutibile, ossia quello di poter intervenire liberamente sulla proprietà pubblica con un mezzo meccanico per riaprire un sentiero, sradicando piante e arbusti senza alcuna autorizzazione, trattandosi di mera manutenzione ordinaria! Basti pensare soltanto a quante proprietà private sono oggi servite da stradelli comunali chiusi dalla vegetazione ed i conseguenti interventi si tradurrebbero in una devastazione generalizzata del territorio”.
La sentenza ritenendo valida la richiesta di Florinda Di Iulio ha infatti riconosciuto che l’opera rientra nella attività previste dall’art. 6 del Testo Unico sull’Edilizia, come attività libera e non soggetta ad alcuna autorizzazione.
Rientrano in questo tipo di attività edilizie le manutenzioni ordinarie, e gli interventi modesti per la conservazione dei propri immobili. ” Il fatto che si sia intervenuto su un terreno comunale, conclude il sindaco – rendendo carrabile un sentiero chiuso da decenni dalla vegetazione e senza chiedere alcuna autorizzazione al Comune, lascia aperto più di un interrogativo. Il tutto è stato possibile, secondo me, non ammettendo la richiesta del legale del Comune diella perizia, per stabilire quale fosse lo stato di fatto e le modifiche apportate. Per questo, l’’ufficio legale del Comune ed il responsabile del servizio tecnico che ha emesso l’ordinanza valuteranno l’opportunità di fare ricorso”.