ALTO MOLISE – “Agnone, come la maggior parte dei paesi dell’Alto Sangro e dell’Alto Molise, non è più la stessa. L’ultima volta che ci sono stato, forse 6 o 7 anni fa, sono rimasto attonito nell’osservare il numero di case disabitate...” Così si legge nella lettera di Massimo Balzano a “Majella Madre”, l’associazione che mira al ricongiungimento tra le regioni Abruzzo e Molise.
Purtroppo quello che si legge è realtà, perché facendo una passeggiata nel centro storico di Agnone non si può non notare il quantitativo di case messe in vendita. Tanti, troppi sono i portoni che recano affisso il cartello ‘vendesi’. Sono gli stessi abitanti del borgo antico a denunciare questa drammatica situazione. Così un cittadino di mezza età: “Questi delle case in vendita sono soltanto i casi visibili, ma poi ci sono tantissime altre abitazioni semplicemente chiuse perché disabitate, che vengono riaperte solo durante le feste estive e invernali.
Per lo più i proprietari sono morti oppure trasferiti nelle case di riposo, e i figli con i nipoti, che lavorano fuori e non vogliono venderle per via dei ricordi, le tengono così a prendere polvere senza aprirle tutto l’anno, finché non arriva il momento in cui le abbandonano. E questo spiega anche l’alto numero di case cadenti che si trovano in giro. Muovendo lo sguardo tutt’intorno, la maggior parte delle abitazioni su cui cade l’occhio sono in questa situazione.
Chi vuole investire oggi compra fuori, nelle città universitarie come Chieti, Pescara o Roma, non di certo pensa di fare un affare con quelle che si vendono qui.”
Una situazione di cui risente l’intera economia, che nelle lamentele dei piccoli commercianti sfoga il suo stato di crisi.
E che pare quasi incontrovertibile: secondo le stime esposte dal consigliere Cacciavillani poco tempo fa, durante un convegno sulle risorse del territorio, se la popolazione altomolisana dovesse continuare la discesa demografica agli stessi ritmi che ha mantenuto dal 1901 ad oggi, entro il 2049 tutta la zona conterà non più di 7000 abitanti, e per di più tutti anziani. Dati preoccupanti che abbracciano non solo i paesi dell’Altomolise, ma l’intera area dell’Appennino centro-meridionale.
Adele Moauro