AGNONE – “Rispettate la legge, altrimenti abbiate il coraggio di abrogarla.” E’ l’avvertimento dei contestatori del Piano di Rientro sanitario regionale. In primis, il gruppo di minoranza Nuovo Sogno Agnonese e l’ex assessore regionale Candido Paglione.
Quella in questione è la Legge Regionale n.15 del 16 aprile 2003, per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione del territorio montano. Il riferimento è a tutti gli articoli ma in particolare all’art. 20, che riguarda i servizi socio-sanitari, e prevede “parametri differenziati per le Aziende sanitarie locali operanti prevalentemente sul territorio classificato montano”, nonché “l’adozione di criteri derogatori rispetto agli standard di dotazione media di posti-letto sia per acuti che per la riabilitazione” e “risorse aggiuntive rispetto alla spesa pro-capite, con particolare riferimento agli indici di invecchiamento della popolazione, di dispersione territoriale e di bassa intensità demografica”.
Secondo l’opposizione, i nostri rappresentanti dovrebbero impugnare questa legge e gridare tutte le loro ragioni affinché venga rispettata in ogni sua virgola. Questo costringerebbe ad una revisione delle modalità di razionalizzazione del presidio ospedaliero agnonese. Queste le dichiarazioni fatte da Candido Paglione: “Agnone si trova completamente fuori dalla linea di sviluppo regionale, dove invece rientrano pienamente Larino e Venafro.
La situazione del paese è dunque molto diversa e particolare, poiché si tratta dell’area montana interna, che rimane ai margini della direttrice di sviluppo e ha quindi bisogno di una considerazione a parte. E la Legge sulla montagna è fatta apposta per tutelarla. Collaborare per la sanità con Venafro e Larino può essere un errore, noi dobbiamo insistere soltanto su Agnone. Assodato che le scelte giuste si dovevano fare prima, almeno dieci anni fa, adesso dobbiamo rivendicare una nuova attenzione, più concreta, e dobbiamo domandare un’appropriata dotazione finanziaria.
Serve un pacchetto strutturale per l’Altomolise, che riguardi tre punti in particolare: il sostegno allo sviluppo economico, il miglioramento della dotazione infrastrutturale (soprattutto la viabilità, e sarebbe il caso di ricordare la questione della Fondovalle Verrino, II e III lotto), e il miglioramento della qualità della vita. Di questo terzo punto fanno parte il diritto alla salute e all’istruzione. E’ il momento di far sentire la nostra voce: in nome della Legge sulla montagna vogliamo regole e deroghe per il nostro diritto alla salute, e quindi alla vita. Se chi di dovere non ha il coraggio di far rispettare questa legge, abbia almeno quello di farla abrogare”.
Adele Moauro