AGNONE – Tra i cambiamenti che subirà l’ospedale di Agnone, dal 1 novembre prossimo, c’è la trasformazione del “Pronto Soccorso” in “Punto di Primo Soccorso”. Cosa che ha una certa importanza, perché tra i due c’è una gran bella differenza. Anzi, molto più di una.
A chiarirla, Enrica Sciullo, infermiera del Caracciolo e membro del comitato civico “Il cittadino c’è…”: “Il Pronto Soccorso è un’unità operativa dell’ospedale dedicata ai casi di emergenza e con spazi dedicati alla breve osservazione (medicina d’urgenza). Qui vengono prestate le prime cure in tutti i casi di urgenza ed emergenza (traumi, infarti, …) e si accede quindi in modalità di ‘ricovero urgente’. Il pronto soccorso è dotato di una o più sale di emergenza, sale visita, sale per la breve osservazione, sale di attesa, sportelli accettazione. Oggi il concetto di pronto soccorso è stato ormai superato dal più ampio Dipartimento d’Emergenza e Accettazione (DEA).
Il Punto di Primo Soccorso, invece, è cosa ben diversa, perché risponde a bisogni sanitari urgenti ma non gravi, che possono essere risolti senza ricorso immediato ad esami strumentali, a visite specialistiche o a ricovero. Se il medico valuta che il caso è critico, il paziente può essere trasferito con l’ambulanza al Pronto soccorso dell’Ospedale. Viene fornita assistenza per piccole ferite, punture d’insetto, ustioni o eruzioni cutanee di lieve entità e traumatologia minore. Inoltre, cosa non secondaria, il Primo Soccorso non rilascia ricette mediche o certificati e non effettua esami, visite mediche programmate, iniezioni e vaccinazioni.”
In realtà, quello che c’è in Agnone attualmente non è un vero e proprio Pronto Soccorso, perché non ha le caratteristiche strutturali e logistiche, in quanto proviene da una struttura vecchia che è stata adattata. Ma finora ha sempre risposto a tutte le esigenze.
Secondo la Sciullo, è importante mettere l’accento sulla questione, perché il Pronto Soccorso avrebbe potuto essere il punto cardine del nuovo assetto dell’ospedale: “Si sarebbe dovuto creare un altro sistema efficace, prima di smantellare quello esistente. Sistema che avrebbe potuto puntare sul potenziamento del Pronto Soccorso, giacché il problema principale delle nostre aree sono i casi d’emergenza.
Molti cittadini risiedono nelle contrade, nelle campagne, in posti lontani dal centro abitato. E quando ci sono emergenze il raggiungimento dell’abitazione può non essere facile. Un’emergenza può aspettare il raggiungimento, il trasporto e il trasferimento a 50 km di distanza? Per non parlare delle condizioni in cui molte strade versano, e del pericolo ‘ghiaccio’ durante l’inverno. Ci serve un punto di soccorso vero, che sia vicino innanzitutto, e poi anche completo, competente e immediato.”
Adele Moauro