AGNONE – “La chiusura di Ostetricia sancisce la fine del Caracciolo e dell’economia locale.”. Questa è una delle espressioni, a caratteri grandi, che si legge sui molti manifesti che il gruppo di minoranza “Rinnovare” ha fatto attaccare per le strade di Agnone.
Gesto estremo di una protesta che non pare voglia fermarsi, a dispetto della non esagerata partecipazione di popolo. Un’espressione che condensa il pensiero e la delusione di molti, e che viene messa sotto gli occhi di tutti per suscitare riflessioni e reazioni. Così spiega il consigliere Di Nucci: “E’ un gesto simbolico, perché molta parte della popolazione è stanca e in questo momento non si sente rappresentata..
La questione sanitaria è una spina nel fianco dell’Altomolise, e non si è ancora capito di chi sia la responsabilità, ognuno scarica sull’altro. Non è un fatto di Pediatria, Ginecologia, e reparti in generale. E’ un fatto più ampio, di considerazione, di attenzione, di difesa e di pretesa. Pretesa del rispetto della Legge sulla Montagna e di una direzione di sviluppo che ci salvi dal baratro. Non possono parlare le minoranze, ci vuole la voce di tutti. Le controproposte in atto sono gradite e benvenute, ma potevano arrivare prima, non a fatto compiuto, dopo un lungo silenzio.
E poi perché le fanno i sindaci? Siamo certi che sia compito loro, o forse no?”
Adele Moauro