CAPRACOTTA – «Terratradita». Simboli e frammenti del Neolitico agricolo nella cultura dei popoli dell’area adriatico-appenninica d’Italia », il saggio demo-etnoantropologico recentemente pubblicato da Paola Di Giannantonio (278 pagine, 30 euro) sarà presentato dall’autrice e da Jolanda Ferrara, collaboratrice del Centro, oggi, alle 18, nella sede della biblioteca comunale di Capracotta.
L’appuntamento è inserito nel programma delle manifestazioni organizzate dalla Pro Loco per le festività. Il testo ripercorre le tradizioni e i riti ancestrali delle popolazioni dell’Abruzzo e del Molise che dal periodo eneolitico, espressione di una civiltà agricola, sono stati tramandati fino a oggi, filtrati dalla cultura cristiana. Processioni, fiaccolate, altari, riti familiari e comunitari nati in onore della terra, dea madre, vengono analizzati e ripercorsi, cogliendone il significato e il valore ancora presente nella cultura.
Un affascinante viaggio nella preistoria documentato da immagini fotografiche e testimonianze della gente dei luoghi, che raccontano come l’homo sapiens-sapiens celebrò in mille modi la sacralità della terra madre di tutti gli esseri viventi. « dall’analisi dei frammenti superstiti nella cultura popolare contemporanea.
Un archetipo che riemerge », afferma la studiosa, « cui è necessario riflettere Il valore scientifico del saggio si fonda su una sorta di decostruzione della cultura contadina abruzzesemolisana rigorosamente messa a confronto con reperti, figurazioni, racconti mitologici, credenze presenti nelle culture mediterranee, da quelle mediorientali a quelle anatoliche ed egeo-cretesi, da quella micenea a quella della Grecia classica.
Usanze e tradizioni che ancora oggi si ripetono nei paesi della Valle subequana, della Valle peligna, della Marsica, fra le montagne più impervie dell’Abruzzo e nelle colline dissestate del Molise fino alla Puglia garganica, vale a dire la macroregione dei tratturi, interessata da millenni dal fenomeno della transumanza delle greggi. » e su cui è necessario riflettere”. Il valore scientifico del saggio si fonda su una sorta di decostruzione della cultura contadina abruzzesemolisana rigorosamente messa a confronto con reperti, figurazioni, racconti mitologici, credenze presenti nelle culture mediterranee, da quelle mediorientali a quelle anatoliche ed egeo-cretesi, da quella micenea a quella della Grecia classica.
Usanze e tradizioni che ancora oggi si ripetono nei paesi della Valle subequana, della Valle peligna, della Marsica, fra le montagne più impervie dell’Abruzzo e nelle colline dissestate del Molise fino alla Puglia garganica, vale a dire la macroregione dei tratturi, interessata da millenni dal fenomeno della transumanza delle greggi.